Piscine e mondi plastici: la fotografia artistica di Maria Svarbova

fotografia artistica di maria svarbova

Fotografia artistica come denuncia della condizione in cui viviamo.  Senza tralasciare la forza dell’impatto estetico per noi esseri umani che siamo così totalmente visivi. Tempo fa vi abbiamo presentato gli scatti fuori dall’ordinario di Brooke DiDonato. Oggi ci dedichiamo ai lavori di Maria Svarbova. Fotografa autodidatta di grande talento e visione.

Con la sua Canon 5d in mano, ci apre scenari fuori dal comune. Storie fatte di persone, provenienti dalla vita comune, la vita reale, trasformate da uno stile molto personale, che prende forma creando.

Immergiamoci, dunque!

Visto dagli occhi di Maria

Osserviamo da vicino queste opere complesse, composte in tratti tenui , ma dai codici forti.  Non si  può non avere l’idea che si tratti di un piccolo breviario antropologico. La fotografia artistica di Maria Svarbova parte dalla ritrattistica classica,  sviluppandosi e personalizzandosi.  Gli esperimenti  coinvolgono lo spazio e gli ambienti, il colore, e,come vedremo, un’atmosfera densa di messaggi.

Difficile non notare un personalissimo interesse per gli spazi pubblici e l’architettura socialista. È presente in ogni lavoro fotografico. Maria, con il suo tocco, attualizza ogni scena, conferendo la sua freschezza e la profondità della sua tavolozza creativa.

Oggetto di queste narrazioni è l’uomo. Il corpo umano, come un manichino, sembra essere un prolungamento periferico per l’uomo stesso. Ciò suggerisce ulteriori, sotterranee riflessioni. Spesso il corpo è ritratto come un sé distante e riservato, poco reale. Lontano.

Le figure sono attentamente composte e collocate nello spazio. Maria scatta e crea veri e propri temi, dimensioni oniriche con oggetti reali. Le immagini esprimono una tensione palpabile e silenziosa, che suggerisce altre possibilità e significati . Tensione che fa capolino sotto il ritmo di un’apparenza pulita e levigata, ordinata e composta.

Fotografia artistica e visione

Emerge negli scatti di Maria un senso di freddo distacco e di confine.   Le  persone  compiono azioni di routine, meccaniche, ripetitive, come un esercizio: distaccate. Le  immagini sono dotate di una vivida purezza visuale, rassicurante e simmetrica. Una immobilità quasi eterea, sensazione accentuata dalle tonalità di colore. L’effetto complessivo evoca un silenzio meditativo che si amplifica in pensieri attutiti e momenti di consapevolezza. Una qualità difficile da raggiungere nel mondo contemporaneo.

La sua visione postmoderna esprime coraggiosamente un dialogo da cui l’osservatore non può tirarsi indietro. Costretto a rispondere del mistero, della solitudine, l’isolamento dell’esperienza umana, della vita di ogni giorno.

L’impronta di questo lavoro è definita come un marchio dai colori acquatici e le tonalità pastello, da cui saltano all’occhio macchie a tinte forti. Spesso queste macchie sono i costumi da bagno o gli abiti dei soggetti, le cuffiette da nuoto, i particolari di alcuni oggetti dell’arredamento degli ambienti . Questa scelta cromatica rende la composizione elegante e artistica; un elogio alla semplice bellezza della vita e delle cose. Cattura la visione dello spettatore al di là dei concetti espressi e del messaggio interno.

maria svarbova fotografia

Swimming pool series

Piscine. Una lunga serie fotografica, ormai famosa e conosciuta in tutto il mondo. La più ampia sviluppata dalla fotografa, creata nel 2014 e fonte di inesauribile ispirazione, ancora in corso d’opera.  La  passione e l’interesse di Maria per lo spazio pubblico della piscina ha contributo a definire il suo stile, associando le piscine la suo nome.

L’ambiente asettico, geometrico e la bellezza spoglia delle vecchie piscine da lei scelte, dà il ritmo alle storie. Dietro vi è un accurato lavoro di selezione: ciascuno scatto è situato in una piscina differente – tutte costruita nell’era Socialista- in diverse località della Slovacchia. Gli scenari così selezionati e catturati, sono spesso ricchi  di una qualità cinematografica dell’immagine, che colpisce e rapisce l’osservatore.

Soggetti in piscina, immagini sportive. Le figure e i soggetti immortalati stanno compiendo delle azioni,a volte dei movimenti atletici molto belli e armonici. Pur essendo in moto  non esprimono la gioia delle attività che svolgono. Le nuotatrici sono levigate e fredde come le piastrelle della piscina. I colori, in questa fotografia chiara e luminosa, risplendono di un’atmosfera irreale e  di sogno, creando uno scenario retro suggestivo.

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Messaggi silenti

A discapito delle scelte scenografiche, le immagini richiamano un sentimento rivolto al futuro e peculiare del futuro: la sensazione di essere completamente alienati. Non vi sono emozioni che rompono gli argini in questo contesto. I sentimenti sono levigati e ovattati, ricoperti dagli specchi d’acqua e  di colore, e rimangono inalterati sotto la superficie rassicurante.

La piscina diviene un pretesto per raccontare i sintomi della modernità. Non c’è individualità, né identità per i soggetti colti nella loro immobilità. E’ un’immobilità di sentimenti ed emozioni, ma non di azioni. Una dimensione artificiale di estrema bellezza.

Composizioni armoniose nelle forme e nel ritmo. I soggetti si specchiano e riflettono l’ambiente, nella sua silenziosa melodia, in cui sono calati. Abbiamo di fronte una visione totale della modernità con le sue bellezze, da un alto. Dall’altro il senso di inadeguatezza e solitudine che vivere quest’epoca genera nelle nostre vite quotidiane, ridotti a un sintomo quasi neutro, che permane lì. Mostra ciò che si vede e ciò che non si vede, con occhio acuto ed estetico.

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Dalla piscina al mondo plastico

Dalla piscina, si passa ad altri ambienti: spazi pubblici e sociali come il cinema, ospedali, interni di uffici o stanze, macellerie e attività commerciali. Tutto il mondo di Maria è questo, un mondo plastico.

Cosa vediamo dunque in questa dimensione? Immagini plastiche, appunto. Persone come manichini si muovono in uno spazio. Tutti fanno qualcosa, nel massimo annullamento di sé, meccanicamente, senza esprimere sentimenti di gioia. Ogni scena un piccolo monitor sul ruolo che ogni individuo gioca nella società.

Scene narrative che mostrano il lasciarsi fluire, il senso di vuoto, l’incapacità di cambiare il proprio ruolo prestabilito nella società. Un mondo plastico e immaginario che attinge da antefatti storici della Cecoslovacchia comunista. Sempre carico di un’accurata attenzione cromatica ed estetica.

Siamo attratti e terrorizzati da queste opere. Non possiamo fare  ameno di permanere li, immobili. Ciò che vediamo in queste immagini, fa parte di noi , del nostro vivere. Anticipa i tempi, già molto vicini, verso ciò che rischiamo di diventare.  Così le arti, e in questo caso la fotografia artistica di Maria Svarbova, aiutano l’uomo a vedersi, specchiarsi, e raccontarsi.

Il lavoro di Maria Svarbova si può contemplare nella sua galleria on line.

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Maria Svarbova : dalle origini

Nata 1988, vive in Slovacchia. Il suo percorso è molto variegato: studia ristorazione e archeologia. Ma il suo medium artistico ideale è la fotografia artistica, in cui si immerge totalmente.

Dal 2010 inizia a produrre, con un forte istinto creativo. Così forte da creare nuovi modelli di espressione fotografica. Ogni lavoro fotografico di Maria, da allora, ha suscitato plausi  e ammirazione internazionali.

Le sue esposizioni, sia singole che in gruppo hanno attratto l’interesse di numerose riviste che l’hanno pubblicata. Parliamo di Vogue, Forbs, the Guardian, e tante altri nomi internazionali. I suoi scatti sono sempre sotto i riflettori dei social Media.  Numerose le commissioni  e le collaborazioni per campagne pubblicitarie. Vince nel 2016 L’international Photography Award.

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